Da questa immagine si comprende perché in quell’area esiste per le leggi dello stato il così detto “VINCOLO PAESAGGISTICO”.
Il paesaggio è certamente cambiato, non in meglio. E’ stato deturpato irrimediabilmente per sempre.
Per capire cosa stesse succedendo abbiano inoltrato formalmente le seguenti istanze:
– 08/01/2021 ns. prot. 11.2021 Esposto del relativo a Ripetitore in pieno PNC, 100 metri dal mare, area soggetta a vincolo Paesaggistico ed Archeologico, a meno di 6 metri da una abitazione.
– 27/02/2021 n.s. prot. 17.2021 ISTANZA DI ACCESSO AGLI ATTI AI SENSI DELLA L. 241/1990 del 27/02/2021 n.s. prot. 17.2021
– 03/06/2021 nos. Prot. 40_2021 – ISTANZA DI ACCESSO AGLI ATTI AI SENSI DELL’ART. 22 e ss. DELLA L. 241/1990 e dell’art. 328 del Cpv Codice Penale.
Non abbiamo ricevuto risposte, ed adesso comprendiamo il perché.
Abbiamo pero acquisito i seguenti eventi/cronistoria fatti di ritardi, errori ed altro.
ad agosto 2020 per la realizzazione del Cannone viene inoltrata una semplice istanza ai sensi del famigerato Dl 259 del 2003 noto come “legge Gasparri” o decreto liberalizzazioni.
Quindi una semplice SCIA, quella che facciamo per aprire una nuova finestra.
Ma il decreto liberalizzazioni prevede all’art. Art. 3 – Principi generali le seguenti limitazioni:
“ Sono fatte salve le limitazioni derivanti da esigenze della difesa e della sicurezza dello Stato, della protezione civile, DELLA SALUTE PUBBLICA E DELLA TUTELA DELL’AMBIENTE e della riservatezza e protezione dei dati personali, …..omissis”
Visti i vincoli esistenti sull’area il comune, secondo noi, doveva rispondere evidenziando i vincoli chiedendo e opportune autorizzazioni da Parco nazionale e Soprintendenza ed ovviamente quelle di sua competenza.
Poi rilasciare eventuale autorizzazione. Questa procedura è stata adotta per l’ultimo ripetitore della Molella dove esiste regolare autorizzazione dopo il parere della Soprintendenza. Quindi non si comprende questi diverso comportamento.
Invece non avviene nulla. L’istanza resta ferma in un cassetto e dopo tre mesi, il 12 dicembre 2020, iniziano i lavori , AVVALENDOSI DEL SILENZIO ASSENZO.
Conoscete la storia, i nostri esposti, l’intervento parco, sigilli provvisori.
Stranamente il Parco nazione rispose al nostro esposto precisando che aveva fatto quanto di sua competenza e aveva inviato il tutto al Comune per le competenze di natura urbanistica.
Ma dal comune non viene emesso alcun atto amministrativo di ripristino e demolizione.
La società ricorre al TAR , ma il comune SI COSTITUISCE CLAMOROSAMENTE FUORI DEI TEMPI previsti per legge (30 giorni). Quindi la sua istanza è rigettata dal giudice.
Dopo varie vicende giudiziarie si arriva al Consiglio di Stato dove è presente il legale del Parco nazionale, ma nessuno del comune.
IL COMUNE ASSENTE.
Il consiglio di Stato non si è pronunciato in maniera definitiva, ma l’azienda avvalendosi di qualche cavillo ha comunicato al Comune che avrebbe ripreso i lavori il 23 maggio.
Quindi silenzio assenso, scadenza dei termini nel ricorso al TAR, non presenza al Consiglio di Stato, queste le principali cause di quello cha determinato la trasfigurazione del nostro paesaggio.
Non incolpiamo nessuno ma una domanda al Sig. Sindaco che per la Costituzione è il primo garante della tutela storica, paesaggistica, monumentale etc del suo paese, la dobbiamo fare:
Visti i diversi errori della macchina amministrativa, non ritiene doveroso verso il suo paese aprire un’inchiesta per accertare eventuali inadempienze?
Il responsabile politico è comunque solo uno.
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