Chi Siamo
Storia
L’Associazione “Il Fortino” nasce nell’estate del 1987 in difesa della strada comunale “delle Batterie”, svenduta per un milione di lire ad un consorzio di privati: si tratta dell’unica via di accesso a 1/3 del promontorio e del Parco Nazionale, dove si trova il fortino napoleonico delle Batterie, da cui l’Associazione ha preso il nome.
Dopo la vendita fu issato un cancello che era presidiato da un guardiano. Il Fortino, dopo aver impedito la chiusura definitiva, si impegnò in un lavoro di ricerca storico-giuridica per dimostrare che la strada da sempre era pubblica.
Il Comune purtroppo non ritenne di dover far valere il diritto di prelazione.
Quello che vedete a destra è un manifesto murale, il primo documento del Fortino.
Purtroppo è ricomparso il Guardiano ed il Comune, mentre in precedenza vietava la sosta sulla strada, quest’anno ha vietato il transito h24.
I soci fondatori furono: Gina Di Bucci, Franco Martufi, Giancarlo Palombi, Gianfranca Rainone e Giulio Schisani (primo presidente e attuale legale rappresentante). Successivamente la carica di presidente fu assunta anche da Gabriele Lanzuisi.
Tra le svariate attività, si è occupato di recuperare circa quindici vecchi sentieri abbandonati. Molti giovani dell’Associazione si sono adoperati per più di due mesi alla ricostruzione dell’antico sentiero di Torre Fico, che collega via del Faro alla spiaggetta del Porto.
La foto a destra mostra un momento dell’intervento con Walter Osvaldo Di Prospero e l’allora presidente Gabriele Lanzuisi.
Nel settembre del 1988, i giovani soci del Fortino mettono in atto un’occupazione del cantiere dei lavori alle Mura Ciclopiche, bloccandoli per salvarle dall’azione delle ruspe.
Si trattava di lavori di restauro gestiti dalla Sovrintendenza Archeologica del Lazio che stavano deturpando l’antica opera. Dopo alcune segnalazioni alle autorità preposte, l’Associazione si assunse la responsabilità di fermare lo scempio. Seguì il sequestro dei Vigili urbani, confermato dal pretore di Terracina.
Furono rinviati a giudizio dirigenti della Sovrintendenza e Ditte esecutrici , ma anche grazie all’assenza del Comune che non si costituti parte lesa, il processo fini in prescrizione.
Le tracce, insanabili, dello scempio sono visibili sul lato sinistro delle mura arrivando dal piazzale. Sotto alcune delle foto che ritraggono quello che trovammo sul cantiere dopo l’occupazione.
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Successivamente il Fortino si occupa di presentare osservazioni al Piano Paesistico che il Comune presentava alla Regione, aprendo la strada ad un aumento di densità edilizia per strutture alberghiere, lasciando invece non risolto il problema abitativo delle giovani famiglie sanfeliciane. Il Fortino sostenne con convinzione che il promontorio era fulcro dell’economia turistica di San Felice Circeo grazie alle sue bellezze naturali. Tra le proposte a cui si oppose l’associazione, c’era quella che prevedeva l’edificabilità nella zona di quarto freddo, cosa che avrebbe deturpato definitivamente il promontorio.
Nel corso degli anni, l’associazione si è fatta carico di una serie di innumerevoli esposti di denuncia di abusi di varia natura a danno del territorio.
Il Fortino si è occupata poi della ricostruzione e del riposizionamento della Croce presso la località delle “Crocette”, dopo essere stata distrutta con più atti vandalici quali un incendio.
L’associazione si è dedicata alla questione degli accessi al mare sulla scogliera di Quarto Caldo. Con un rilevante studio con cui sono stati reperiti atti notarili riguardanti cessione di aree e terreni dal Barone Aguet al Comune di San Felice , negli anni ‘50. Grazie a questi atti fu possibile recuperare alcuni “accessi”.
Di pari passo alla salvaguardia del territorio, “Il Fortino” ha organizzato attività artistiche, culturali e sociali: mostre di pittura per artisti locali, corsi di ceramica, di tessitura e di grafica…
L’Associazione si è occupata inoltre del problema della tossicodipendenza e dell’AIDS a San Felice Circeo, pubblicando anche un libro: “Dall’indifferenza alla partecipazione”.
Il Fortino si è dedicata alla questione dell’assenza di una biblioteca nel nostro paese. Dopo aver restaurato una ex cantina, i ragazzi del Fortino la trasformano in una piccola biblioteca aperta a tutti accettando donazioni di testi che presto la riempirono: opere anche importanti, come alcune del Professor A.C.Blanc, poi donate alla fondazione Zei. Dopo un’azione legale nei confronti dell’amministrazione, oggi San Felice ha, seppur chiusa, una sua Biblioteca dove si trovano anche i libri raccolti.
L’associazione ha contato fino a trecento soci fra cui Alberto Moravia.
Dopo quasi 30 anni (in cui l’associazione è rimasta comunque viva) nel Giugno 2020, a seguito di una ordinanza che permetterebbe a privati di allargarsi sulle spiagge libere senza limitazioni spaziali e temporali, rischiando di sacrificare i già pochi e ristretti (oltre che di minor pregio perché prospicienti i frangiflutti) accessi al mare sulle spiagge, il Fortino ha ritenuto di far sentire nuovamente la sua voce.
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